All’inizio del secolo
scorso un autore cattolico inglese, Robert Benson, nel suo romanzo Il
padrone del mondo aveva previsto il venir meno della fede cristiana non
a causa di una cruenta persecuzione pubblica ma attraverso
l’umanitarismo. Per usare le parole di Benson, la carità sarebbe stata
sostituita dalla filantropia e la fede sarebbe stata spodestata dalla
cultura. Il Male si cela dietro l'ideologia pacifista e progressista,
come ricorda Claudio Siniscalchi nella sua recensione su Libero di ieri
(formato PDF), che vi consiglio di leggere.
Robert Hugh Benson (1871-1914) è una figura straordinaria. Cattolico
convertito dall'anglicanesimo, era il quarto figlio dell'arcivescovo
anglicano di Canterbury. Animato da un sincero zelo per Dio cercò nella
comunione anglicana una vita religiosa che potesse appagare il suo
desiderio di compiere la volontà di Dio. Entrò nella Comunità della
Risurrezione e fu ordinato sacerdote anglicano nel 1901. Ma continuando
nei suoi studi era insoddisfatto della posizione dottrinale della
comunione anglicana e maturò la decisione di abbracciare la fede
cattolica. Fu ordinato sacerdote cattolico nel 1904.
Nel 1907 scrisse lo straordinario romanzo Lord of the World (Il Padrone
del Mondo). E' un libro incredibilmente attuale perchè descrive il mondo
di oggi, con le sue realtà e le sue inquietanti ipotesi. Leggere oggi Il
Padrone del Mondo fa venire i brividi.
Comunicazioni istantanee in tutto il mondo. Autostrade a quattro corsie.
Trasporti aerei e sotterranei. Luce solare artificiale. Eutanasia
legalizzata e assistita. Un Parlamento europeo. Attentati a catena, con
attentatori kamikaze. Il crollo del colosso russo. La minaccia
(sventata) di una guerra mondiale con scontri tra America, Russia e
Cina. Un papa di nome Giovanni dopo cinque secoli. La crisi delle
religioni, sotto l'avanzare di una nuova religione universale stile New
Age. Preti che lasciano il ministero. Laici consacrati che agiscono nel
mondo senza divise o distintivi. La minaccia di un "Grande Fratello"
destinato a governare su scala mondiale. Tutto questo è descritto nel
romanzo.
Il grande filosofo Augusto Del Noce all'apparire della prima edizione
(oggi ha raggiunto la sedicesima) in lingua italiana della Jaca Book
scrisse:
"Dire che per i cattolici la cosa che più è da temere è "la forza
immensa che sa esercitare l’umanitarismo" con la sostituzione della
filantropia alla carità e della soddisfazione alla speranza, e condurre
l’intero libro sul fondamento di quest’idea, appariva anche in anno
prossimi una sorta di paradosso di scarso volo; umanitarismo era parola
che sapeva di università popolari di tipo arcaico.
Eppure oggi che il marxismo è in un declino irreversibile, sino al punto
che si rischia di essere ingiusti rispetto alla sua reale potenza
filosofica, e che la rivoluzione sessuale e la combinazione
marx-freudiana segnano il passo, la lotta contro il cattolicesimo
avviene proprio sotto il segno dell’umanitarismo.
Che cosa si chiede ai cattolici, oggi, da qualsiasi parte, se non la
riduzione del cristianesimo ad una morale, in se separata da ogni
metafisica e da ogni teologia, capace nella sua autonomia e nella sua
autosufficienza di raggiungere l’universalità e fondare una società
giusta? Anzi questa morale sarebbe pure capace, come vien detto nel
passo pubblicato nelle pagine che seguono, di "porre fine alla secolare
divisione tra Occidente e Oriente", come infatti si sta tentando. Questa
morale universale è tollerante: ammette che qualcuno, il cattolico
appunto, possa aggiungere una speranza oltremondana, specificamente
religiosa in senso trascendente; e se se ne sente vitalizzato
nell’esplicare la sua azione pratica, umana, bene; essere cattolici per
gli umanitari è questo.
Ma gli viene posta una condizione, quella di riconoscere che la sua fede
e la sua speranza sono appunto un’"aggiunta"; etica e politica
prescindono da ogni professione religiosa; l’essere consapevoli
significa lavorare per l’unione degli uomini di buona volontà; la fede,
insomma, rischia di dividere, mentre l’amore, associato a una scienza
valida per tutti, unisce. Tale communis opinio, ricordata come tesi
massonica essenziale anche in questo libro e che fu già luogo comune dei
professori di filosofia morale del tardo Ottocento, ritorna oggi. Ancora
una volta viene riaffermata la celebre distinzione tra cattolici
integristi e progressisti". scritto da stranocristiano (22 marzo 2007) |
|