AL POPOL VUH, uno dei, pochi,
libri-chiave per la comprensione della civiltà maya, va aggiunto
un nuovo capitolo: quello della "Borsa". Un immenso e
splendido centro commerciale, sorto probabilmente durante il
periodo di massimo splendore della civiltà maya, tra il 500 e
l’800 dopo Cristo, è stato infatti scoperto nella giungla del
Guatemala.
L’ultima notizia sui misteri della vita dei Maya è stata
diffusa dal National Geographic e riguarda appunto quello
che a prima vista appare un centro di affari. Una notizia che
costringerà gli archeologi a rivedere le teorie sulla società
maya. La zona è quella di Cancuen, dove già da alcuni anni si
stava scavando, ma che finora si era dimostrata gelosa dei suoi
segreti (i primi scavi risalgono addirittura all’inizio del
’900).
L’assenza di piramidi e il ritrovamento di qualche piccolo muro
avevano messo fuori strada gli archeologi ignari di calpestare un
grande palazzo. L’edificio riportato alla luce, 170 locali
adibiti ad abitazione con l’aggiunta di undici terrazzi disposti
su tre piani, era infatti totalmente interrato. Ma la terra, la
vegetazione e i serpenti (Cancuen significa appunto zona di
serpenti) lo hanno protetto a meraviglia restituendocelo quasi
intatto. «Si tratta di una delle strutture residenziali più
grandi ed elaborate del regno dei Maya», hanno detto gli
archeologi Arthur Demarest e Tomas Barrientos. «E doveva
chiaramente servire ad ospitare, oltre ai sovrani locali, anche
altri sovrani dell’impero maya e anche commercianti di altre
regioni o facoltosi mercanti locali».
Nelle vicinanze finora non sono state individuate né strutture
militari, né piramidi religiose. Il che fa pensare che Cancuen
fosse una specie di porto franco, dove il sacro non avrebbe dovuto
mischiarsi col profano. A rafforzare questa convinzione c’è
anche l’ipotesi avanzata in passato da alcuni archeologi: che la
"città degli affari" sfuggisse in qualche modo alla
politica che invece accomunava i grandi centri come Tikal, Dos
Pilas, Calakmul e Machaquila, dai cui ritrovamenti si era
stabilito che lo splendore della civiltà maya era dovuto
esclusivamente alla forza bellica del suo esercito e a quella
spirituale dei sacerdoti.
Da quello che è stato ritrovato durante gli scavi si deduce che
la città di Cancuen fosse il fulcro dei commerci dei maya: dalla
giada all’ossidiana, dalla pirite ai gioielli. E che da qui
transitassero tutti i traffici mesoamericani. Situata alla foce
del labirinto fluviale Pasion-Usumancinta, usata dai Maya come
rete di comunicazione, Cancuen sarebbe stata l’anello di
congiunzione tra la regione alta dei vulcani e quella bassa del
Peten, che conduce fino alla foresta pluviale della zona di Tikal,
il centro maya più famoso. Che ora rischia di perdere il primato;
e di assistere alla trasformazione storica dell’impero dei
sacerdoti in impero degli uomini d’affari.
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Fonte: www.messaggiero.it
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