La mia conoscenza della massoneria e della
Chiesa cattolica – a dire il vero non molto approfondita –
mi aveva sempre portato ad escludere, sino ad ora, la possibilità di una
convivenza tra le due.
Questa “verità” è però oggi sconfessata dalla lettura di un
articolo apparso sul sito ufficiale del Grande Oriente
democratico, che è una articolazione interna al Grande oriente d’Italia. Il
maestro venerabile Gioele Magaldi, da tempo in contrasto
con le posizioni del maestro Gustavo Raffi – posto che le ritiene poco
rispondenti alla etica della massoneria universale – afferma infatti che “sussiste
una tradizionale contiguità fra personaggi vicini o aderenti all’Opus
Dei e gli ambienti più conservatori, elitari e reazionari della
massoneria, italiana come ‘internazionale’”. Una lettura interessante,
che speriamo si arricchisca di dettagli con l’uscita imminente del libro del
maestro Magaldi, di cui egli stesso ci dà notizia.
Ma l’affermazione contenuta nell’articolo che ritengo maggiormente degna di
nota e di preoccupazione (e di necessarie verifiche da parte della
magistratura) è a mio avviso quella contenuta nel titolo “Pasquale
de Lise tra crocifisso e compasso”, con evidente
riferimento al simbolo massonico (il compasso, appunto). Vi è poi
nell’articolo un riferimento anche ad un altro magistrato del Consiglio di
Stato, Antonio Catricalà, attualmente sottosegretario del
Governo Monti (lo stesso ruolo che aveva Gianni Letta nel Governo
Berlusconi).
Come noto, per i magistrati è vietata l’appartenenza a logge massoniche e la
possibile appartenenza del massimo vertice della Giustizia amministrativa
(Pasquale de Lise è l’attuale presidente del Consiglio di Stato)
a un non meglio specifico sodalizio di matrice massonica e
contemporaneamente alla Opus Dei sarebbe una notizia gravissima, di portata
epocale.
De Lise, infatti, è stato una persona fortemente valorizzata nella prima,
come nella seconda Repubblica, ma anche dal
Governo Monti. Pochi giorni fa gli è stata addirittura
affidata la nuova
Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali, che
controllerà tutti i lavori pubblici, i quali come noto
rappresentano uno dei settori di maggior peso per la spesa pubblica e sono
oggetto da sempre di tentativi di infiltrazioni da parte della criminalità
organizzata.
Dopo il coinvolgimento, da non indagato, nelle
intercettazioni della cricca, e altre vicende di cui
ho già scritto, c’è da chiedersi oggi se le gravi affermazioni del
Grande oriente democratico non meritino una verifica da parte della
magistratura (e della politica) per valutare se rispondano al vero ed,
eventualmente, ove confermate, determinare un ripensamento
sulla opportunità della nomina di de Lise a rivestire cariche così delicate. |