Le guerre mondiali cambiano i mondi e se si possiede e
se si possiede un’agenda globale i problemi globali
permettono di offrire soluzioni globali.” Inizia così
l’intervista rilasciata da David Icke a
Luke Rudkowski, ex
giornalista BBC ed attualmente attivista di “We Are Change”,
per spiegare come il mondo si stia dirigendo sempre più
verso lo scoppio della Terza Guerra Mondiale. Tra le cause
scatenanti del prossimo conflitto planetario potrebbe
esserci anche l’Isis, il gruppo jihadista che sta
promuovendo il ritorno del califfato in Iraq e Siria e la
formazione dello Stato Islamico.
Icke, giornalista autore di numerosi volumi sulla teoria
della cospirazione globale, spiega che la Terza Guerra
Mondiale rappresenterebbe l’unica via per la costituzione di
“uno stato globale con un governo mondiale e un esercito
mondiale. L’Isis – prosegue Icke – è venuto fuori
dal nulla ed è incredibilmente ben armato, incredibilmente
finanziato” con addirittura “2 miliardi di dollari
a sua disposizione e stanno entrando nelle città irachene e
ne stanno assumendo il potere. Si sono stabiliti in luoghi
chiave di frontiera tra Siria e Giordania. Il piano
consisteva nel creare un conflitto massiccio di “dividi e
vincerai” tra i musulmani sciiti e sunniti. Tutti si stanno
mantenendo a distanza per permettere che l’Isis consolidi la
sua posizione in questa regione ed allora, se arriverà al
punto di iniziare a minacciare Israele, schiacceranno il
bottone, dunque i nordamericani e la Nato entreranno in
azione perchè si sono impegnati a difendere la sicurezza di
Israele.”Come era infatti prevedibile, il Presidente
degli Stati Uniti Barack Obama l’8 agosto 2014 ha dato il
via ai bombardamenti in Iraq per colpire in “nemico” e
frenare l’avanzata dello Stato Islamico. Ciò non è bastato
perchè, proprio in questi giorni, Obama ha dichiarato di
aver “sottostimato quello che stava accadendo in Siria”,
divenuta “l’epicentro per i jihadisti di tutto il mondo”.
Già l’anno scorso gli 007 americani avevano avvertito la
Casa Bianca del pericolo costituito dall’Isis, ma non fu
dedicata poca attenzione. Questo ulteriore passaggio
confermerebbe la teoria di Icke nella quale spiega che
“tutti si stanno mantenendo a distanza” per permettere
all’Isis di consolidarsi.
“L’idea – continua Icke – è di fare in
modo che la Terza Guerra Mondiale coinvolga la
Russia e la Cina. Quello che sta succedendo in Medio
Oriente, in Siria, in Libia non è casuale. L’Isis
non è casuale, fa parte di un piano a lungo raggio
per assumere il controllo del mondo creando un caos
enorme affinchè loro possano offrire un ordine dopo
il caos, il loro ordine, il loro Nuovo Ordine
Mondiale”. Bisogna connettere le tessere del puzzle:
andare in Afghanistan è stato il primo passo,
giustificato dalle menzogne dell’11 settembre e di
chi c’era veramente dietro, in seguito sono andati
in Iraq e questo ha creato le condizioni affinché
Isis possa ora prenderne il pieno controllo. Loro
vogliono andare in Africa e per questo stanno
provocando terrorismo in tutta l’Africa. |
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Dunque l’Isis non sarebbe un
nemico per gli Usa? No, o meglio, non lo è più. Isis
utilizza strategie e mezzi simili a quelli praticati da Al
Qaida, altra organizzazione che combatte per e promuove
l’odio contro la superpotenza occidentale. Ricordate la
“primavera araba” in Siria? I guerriglieri che hanno
generato il rovesciamento del governo siriano sono stati
finanziati da Qatar, Kuwait e Arabia Saudita,
stati appartenenti all’Islam sunnita, più mercenari
provenienti da altri paesi come Usa, Regno Unito, Francia e
Italia. Gli stessi guerriglieri che avevano contribuito alla
fine del regno di Gheddafi. Alla protesta civile,
immediatamente repressa dal governo, si era infatti
sostituita una vera e propria lotta armata. Qatar e Arabia
Unita hanno fornito aiuti economici e militari, ai quali si
sono uniti quelli di Stati Uniti e Gran Bretagna. Assad
(pallino di Obama) non è caduto e i guerriglieri hanno
deciso di spostarsi verso l’Iraq, attaccando il governo di
Baghdad. Altro tassello: le milizie armate hanno invaso la
capitale irachena a porto di mezzi come Pick Up e Jeep. Tra
questi le Toyota Hilux fornite dal Dipartimento di Stato
degli Stati Uniti ai cosidetti “moderati”. Gli stessi
“moderati” che stanno creando terrore in queste zone del
mondo. L’Occidente, dunque, sta sponsorizzando
massicciamente la crescita e gli spostamenti dell’Isis. E
non da oggi. Nel corso di queste settimane, però, i media
hanno iniziato a bombardarci di notizie, video, immagini,
testimonianze sull’Isis come un gruppo autonomo ed
improvvisamente uscito dal nulla giustificato da un
estremismo religioso che ha nuovamente risvegliato la fobia
occidentale nei confronti dell’Islam. La preoccupazione
nazionale è cresciuta, milioni di americani sono rimasti
disgustati e terrorizzati dalla brutalità dell’Isis e Obama
non ha fatto altro che cavalcare quest’onda, dicendo di aver
“sottovalutato” il rischio. Oggi l’Isis viene dunque
mostrata agli occhi del mondo (specialmente agli occhi dei
cittadini americani) come il “cancro” (parole di Obama) da
eliminare. Ma attenzione. L’Isis può essere certamente un
rischio, ma nessun membro del gruppo ha mai attaccato
l’Europa o gli Usa per suscitare così tanto clamore.
Perchè
adesso gli Usa, dopo aver sonnecchiato per tanti mesi,
spingono così tanto per distruggere l’Isis? A molti non sarà
sfuggita la notizie del sedicente sostenitore dello Stato
Islamico “arrivato” a New York che ha postato su Twitter una
foto che mostra un cellulare, la scritta dell’Isis in campo
nero e sullo sfondo, Ground Zero, laddove crollarono le
Torri Gemelle. “Isis in New York City, Groud Zero” scrive
l’utente, il quale però non si mostra mai in volto e non
chiarisce la sua identità. Stessa tattica utilizzata da un
altro utente che aveva inquadrato la Casa Bianca ed aveva
postato la frase “Siamo nel vostro stato, siamo nelle vostre
città, siamo nelle vostre strade”. In contemporanea con il
tweet di Grond Zero gli Usa hanno bombardato un impianto di
Gas in Siria “controllato dall’Isis”. Certo, in Siria. Ma in
Siria, lo ricordiamo, c’è ancora Assad, nemico giurato degli
Usa ed uno degli ultimi regnanti ancora non destituiti
all’indomani della “primavera”. E proprio in queste ore il
Ministro degli Affari Esteri Saudita Saud el Faissal si è
lasciato scappare che l’Arabia (alleata Usa) ha come
principale obiettivo il rovesciamento di Assad. |
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Ricordate le
armi chimiche e il loro utilizzo fantasticamente attribuito
dalla Cia al numero uno siriano? Recentemente l’Opac,
l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, ha
rincarato la dose dichiarando che “Bashar al Assad continua
a usare armi chimiche ripetutamente e sistematicamente”.
Proprio come il 21 agosto 2013? Dunque, l’Isis è anche un
prezioso strumento per riaprire le ostilità con Damasco.
Inoltre a metà settembre due razzi hanno colpito quartiere
dei Muhajirin a Damasco, vicino al palazzo presidenziale di
Assad. Casualità? Non proprio. Ed ancora, davanti
all’eventualità di un possibile attacco ad Assad, il
Presidente della Russia Vladimir Putin ha dichiarato che
fornirà supporto a Damasco per respingere l’offensiva
statunitense. È infatti noto che oltre gli Urali si tema he
dietro l’intervento della coalizione contro l’Isis ci sia
l’intenzione di Washington di rovesciare Assad. Un allarme
che riecheggia dopo le ennesime dichiarazioni di Obama,
intento a riconfermare la presunta supremazia degli Usa in
campo economico e militare: “Siamo il paese
indispensabile, abbiamo capacità che gli altri non hanno e
le nostre forze armate sono le migliori. Quando c’è un
problema nel mondo non chiamano Pechino o Mosca, chiamano
noi”. |