I MISTERI DI RENNES LE CHÂTEAU
Questa è un'intervista che il mitico Giuseppe Cosco aveva fatto a suo tempo allo studioso Pietro Marino, è uno dei moltissimi lavori di Giuseppe. Voglio ricordare che il sito nwo.it è nato proprio perchè avevo letto gli interessanti articoli che Giuseppe scriveva in quel periodo sulla rivista "Oltre la conoscenza". Anche se Giuseppe se ne è andato a miglior vita ancor giovane, sarà sempre nei miei ricordi. Ciao Giuseppe. (Victor)
L’INTERVISTA
Cosco:
Si parla di un tesoro di inestimabile valore e di altri segreti celati a
Rennes-le-Château, un paesino posto su una collina, nel dipartimento
dell’Aude, in Linguadoca. Qual è la storia di questo mistero? Marino:
Il Mistero cominciò il 6 novembre 1244 quando François Pierre, barone
d'Hautpoul, marchese di Blacheford e signore di Rennes-le-Château,
redisse testamento e lo fece registrare il 23 novembre dello stesso anno
dal notaio Captier di Esperaza. Nel testamento si parla di un segreto di
Stato. Nel 1781, il curato di Rennes-Le-Château, Antoine Bigou,
ricevette, in confessione ed in punto di morte, dalla marchesa d'Hautpoul,
Marie de Nègri d'Ablès, un segreto di famiglia, che avrebbe dovuto
essere tramandato. La marchesa morì il 17 gennaio 1781 ed il curato
fece collocare sulla tomba della stessa, dieci anni dopo, nel 1791, una
lapide proveniente da un'altra tomba che si trovava ad Arques. Nello
stesso anno nascose, in uno dei pilastri vicino l'altare alcuni
documenti e fece posare all’incontrario, sempre vicino l'altare, una
lastra di pietra conosciuta come la "dalle des Chevaliers".
Nel 1885 divenne parroco del villaggio don Berenger Saunière
(1852-1917), un personaggio a dir poco inquietante, con strani interessi
esoterici che contribuirà, in modo determinante, ai misteri di
Rennes-le-Château. La chiesa era fatiscente, aveva bisogno di
riparazioni. Saunière, allora, chiese dei contributi. La Marchesa di
Chambord gli offrì 3000 franchi, il municipio 1.400 franchi. Potè, così,
cominciare i lavori di restauro che riserveranno non poche sorprese. C.:
Durante i lavori Saunière trovò qualcosa di interessante? M.:
Quando iniziarono i lavori di restauro al pavimento, gli operai
raccontarono che, in una cavità, avevano recuperato un recipiente,
esattamente un paiolo, all'interno del quale avevano notato dei pezzi
d'oro che luccicavano. Saunière disse che si trattava di alcune
medaglie raffiguranti la Madonna di Lourdes, senza alcun valore. Eppure
nello stesso anno regalò all'abate Grassaud, curato d’Amélie les
Bains, un calice in argento dorato, che ancora oggi si può ammirare in
tutta la sua bellezza. Il calice regalato a Grassaud era stato trovato
nella chiesa durante il restauro. Sullo stesso vi è inciso: "ECCE
PANIS ANGELORUM FACTUS CIBUS VIATORUM". Alla base troviamo i
simboli dei quattro Evangelisti e più sopra Gesù, S. Giuseppe ed
un'altra immagine non meglio indentificata. Qualcuno si chiede: Si
tratta di una santa? E' certo che la figura è quella di una donna. Nel
1891 chiese ed ottenne dal comune di utilizzare un terreno di fronte la
chiesa, dove fece realizzare una grotta nella quale costruì un
calvario. Saunière vi fece incidere la seguente iscrizione: "Chistus
A.O.M.P.S. Defendit". C.:
Che significa questa iscrizione? M.:
Su questa iscrizione sono state fatte tante ipotesi. Alcuni leggono:
"CHRISTUS ANTIQUUS ORDO MYSTICUSQUE PRIORATUS SIONUS DEFENDIT"
(Che Cristo difenda l'antico ordine mistico del Priorato di Sion). Altri
invece sostengono che è una invocazione rivolta a Dio affinché
protegga tutti gli uomini: "CRISTUS AB OMNI MALO POPULUM SUUM
DEFENDIT" (che Cristo difenda il suo popolo da ogni male). Se è
vero il primo caso, considerato che ancora non aveva scoperto nulla di
importante, egli di sicuro faceva parte dell'Ordine del Priorato di
Sion; se, invece l'iscrizione si riferisce alla seconda ipotesi, il
curato era un semplice prete che non faceva altro che rivolgere una
invocazione a Gesù Cristo. C.:
Se fosse stata intenzione di Saunière di rivolgere questo tipo di
invocazione, che motivo aveva di indicarla con una sigla? Forse che, con
tutte le pietre raccolte nella campagna circostante per la costruzione
della grotta e del Calvario, non c'era spazio per incidere poche parole?
E poi un curato non avrebbe lasciato a disposizione di tutto il popolo
della chiesa una tale invocazione? M.:
Egli, verosimilmente, faceva parte del Priorato di Sion e se ha usato
solo delle lettere, è perchè nessuno doveva sapere, solo lui e pochi
altri. I lavori, all'interno della chiesa, continuavano alacremente.
L'altare era costituito da una lastra di marmo che poggiava su delle
colonne. La lastra venne tolta ed in una colonna venne rinvenuta una
boccetta, all'interno della quale furono scoperti alcuni manoscritti con
il sigillo della regina Blanche de Castille. Era stato il campanaro
Captier a fare la scoperta che avvisò subito Saunière il quale
sostenne che si trattava di reliquie. Sulla colonna visigota, fu eretta
una statua della Madonna di Lourdes. Su questa colonna Saunière fece
incidere "PENITENCE-PENITENCE" e "MISSION 1891". C.:
Furono trovati altri importanti documenti? M.:
Certo, Saunière avrebbe trovato dei documenti importantissimi: -l'albero
genealogico di Dagobert II dal 681 al 1244 e dal 1200 al 1644;
quest'ultimo era anche allegato al testamento redatto nel 1644; -2
testi codificati dei Vangeli (il vangelo di San Giovanni dove è
indicato che Gesù si reca a Betania da Lazzaro e Maria gli unge i piedi
con l'unguento e glieli asciuga con i capelli (XII, 1-11) ed alcuni
versetti, quelli dove Gesù rispose ai Farisei che gli avevano fatto
presente che i suoi discepoli stavano cogliendo spighe di sabato
perché avevano fame:...il Figlio dell'uomo è signore del sabato>>
(Luca VI, 1-5; Matteo XII, 1-8 e Marco II, 23-28). C.:
A quali conclusioni pervenne? M.:
Aspetti. Saunière, il giorno dopo il rinvenimento dei manoscritti, fece
sollevare da due operai, Rousset e Babon, davanti all'altare una lastra
di pietra, la fece rivoltare e si accorse che la stessa era composta da
due pannelli scolpiti, su uno vi è un personaggio a cavallo che suona
un corno, sull'altro un cavallo sul quale vi sono due cavalieri. Un
chiaro riferimento ai cavalieri Templari. Era la lapide che aveva fatto
posare l'abate Antoine Bigou nel 1791. Sotto la lapide una tomba o
l'ingresso della tomba della famiglia d'Hautpoul? Forse Saunière trovò
in questa cripta la vera tomba della marchesa. Probabilmente fu questo
che gli fece capire che nella tomba, che si trovava nel cimitero, non si
trovavano i resti della marchesa, ma qualcos'altro. Questa lastra era
stata posata da Bigou e trovata poi da Saunière; però nel libro
"Le pietre incise della Linguadoca" di Eugene Stublein,
pubblicato nel 1884, era già stata descritta, come si evince dalla
lettera inviata all'archeologo Fatin dalla "Lingue de la Librairie
ancienne". Nello stesso libro veniva indicata anche la lapide della
Marchesa d'Hautpoul-Blanchefort. C.:
Ma come faceva Stublein, nel 1884, a conoscere la lapide dei Cavalieri,
se Bigou, nel 1781, l'aveva fatta collocare con le figure scolpite
rivolte verso il pavimento? Qual è la fonte da cui Stublein aveva
tratto la notizia? M.:
E' una fonte certamente antecedente al 1781 e chi l'ha riportata avrà
di sicuro visto la lapide, quindi la tomba di Sigibert IV. A questo
punto Saunière sospese i lavori. Nel suo diario, alla data del
21.9.1891 si legge "Trovata una tomba. La sera, pioveva". Alla
data del 29.9.1891, si legge che egli aveva incontrato il curato Gélis,
l'abate Carrière e l'abate Cros. Alla data 1.10.1891 si legge che aveva
ricevuto la visita di alcuni confratelli. C.:
Quale fu il proseguo degli avvenimenti? M.:
Saunière si recò da Mons. Felix Billard, vescovo di Carcassonne. Allo
stesso riferì della scoperta. Glielo riferì non solo perchè era un
suo superiore, ma soprattutto perchè Billard faceva parte di quel
famoso Ordine che si perdeva nella notte dei tempi. Il vescovo lo
autorizzò, allora, ad andare a Parigi per far decifrare i manoscritti.
Saunière rimase in quella città tre settimane, invece dei 5 giorni
autorizzati. Egli si recò direttamente al S. Sulpice dove era direttore
l'abate Biel. Qui conobbe il giovane Emile Hoffet che lo introdusse in
circoli culturali ed artistici, dove Saunière ebbe modo di conoscere la
cantante Emma Calvé. Saunière, quando partì per Parigi, sapeva già a
chi rivolgersi. Se così non fosse stato, certamente non avrebbe
affidato le pergamene o copie delle stesse a nessuno; non si sarebbe
certamente fidato. Hoffet era una persona di fiducia, forse poteva far
parte di quell'Ordine di cui faceva parte Billard. I manoscritti,
frattanto, vennero decifrati. Una copia degli stessi e dell'albero
genealogico rimasero ad Hoffet. Perchè giungiamo a questa conclusione?
La biblioteca dell'abate Hoffet, alla sua morte, fu acquistata dalla
"Lingue de la Librairie ancienne". Il 2 luglio del 1966
l'Istituto inviava una incredibile lettera al sig. Fatin, proprietario
del castello di Rennes e grande archeologo. C.:
Cosa era scritto in questa lettera? M.:
Eccole il testo da me tradotto (Marino mi porge un foglio scritto che
riporto interamente, ndr): Parigi,
2 luglio 1966 Al
Signor Marius FATIN
Archeologo RENNES-LE-CHÂTEAU
(Aude) Gentile
Signore, dopo
la nostra visita della settimana scorsa al vostro castello di RENNES, e
prima di lasciare la Francia, abbiamo il piacere di potervi informare
che il vostro castello è in effetti storicamente il più importante
della Francia, perché questa dimora fu il rifugio nel 681 del Principe
SIGIBERT IV figlio del RE DAGOBERT II, divenuto San Dagobert; tra i loro
discendenti vi sono i Conti di Rhédae. Fatti accertati per mezzo di due
pergamene recanti il sigillo della Regina Blanche de Castille, con il
testamento di Francois-Pierre d'Hautpoul registrato il 23 novembre 1644
da Captier, notaio in Esperaza (Aude), documenti acquistati dalla nostra
Società con una parte della Biblioteca dell'Abate E.H. Hoffet, Via
Blanche 7, a Parigi, che deteneva questi documenti dell'abate SAUNIÈRE,
antico curato di RENNES-LE-CHÂTEAU. La
pietra tombale di SIGIBERT IV, figura nel libro di STUBLEIN, edizione di
Limoux del 1884, e si trovava nella chiesa Santa Maddalena di
RENNES-LE-CHÂTEAU, oggi è al museo delle lapidi di CARCASSONNE. Il
Vostro Castello è dunque doppiamente storico! Vi
preghiamo Caro Signore di ricevere i nostri sentimenti più devoti. (Firma) C.:
Cosa prova questa lettera? M.:
Prova inconfutabilmente che effettivamente Saunière aveva trovato i
manoscritti e che ne aveva fatto copia, lasciandone una a Parigi. Saunière
in questa città acquistò delle riproduzioni di quadri: la tentazione
di S.Antonio di Teniers, i pastori d'Arcadia di Nicola Poussin (3
pastori ed una pastorella che osservano una tomba con su inciso:
"ET IN ARCADIA EGO), ed un ritratto di Papa Celestino V. Di ritorno
a Rennes fece riprendere i lavori. Si incontrò con la famiglia di Marie
Dénarnaud; il padre ed il fratello, dopo l'incontro con Saunière,
andarono a lavorare come carpentieri ad Esperaza, paese del notaio che
aveva ricevuto il testamento del barone d'Hautpoul. Certamente, prima di
rientrare a Rennes, il curato avrà informato il suo vescovo della
evoluzione delle cose. Saunière fece anche costruire davanti al
cimitero una porta, sulla quale fece mettere un teschio con 22 denti ed
ossa in metallo incrociate, simbolo templare, ed una struttura che gli
abitanti chiamavano "biblioteca" che fu distrutta da un
incendio il 14.7.1895. Per qualche tempo abitò in questa struttura. Di
notte faceva scavi nel cimitero. A tal proposito, Marie Dénarnaud ebbe
a dichiarare che erano stati sorpresi mentre stavano aprendo una tomba.
Il Municipio protestò per quello che stava facendo Saunière. Abbiamo
una lettera indirizzata al Prefetto che lo attesta. C.:
Cosa cercava e cosa trovò Saunière nel cimitero? M.:
Trovò la tomba della contessa d'Hautpol-Blanchefort. Aveva letto quello
che c'era sulla lapide e lo aveva cancellato. Non sapeva che quella
iscrizione qualcuno l'aveva già copiata. Sulla lapide, figura l'anno di
morte in lettere romane, ma al posto della seconda "C" viene
incisa una "O" (MDC O LXXI invece di MDCCLXXI). Ma Marie Dénarnaud
dichiarò che avevano aperto una tomba. A quale scopo? Il Mistero si
infittisce. Bisogna scoprire cosa effettivamente Saunière faceva nel
cimitero, oltre che leggere le iscrizioni di cui abbiamo detto. Il 6
luglio del 1897 la chiesa, sulla cui facciata aveva fatto
incidere:"Questo è un luogo terribile", viene inaugurata e
per due anni Saunière si assenterà spesso ed in modo sistematico da
Rennes-Le-Château. Ricevette per due volte la visita di Jean-Stephane
d'Hasbourg, che gli abitanti di Rennes conoscevano come signor Guillame.
C.:
Chi c’era in realtà dietro queste cospicue donazioni e quali erano i
veri motivi di tanta generosità? M.:
Jean-Stephane d'Hasbourg era il tramite di qualche misterioso
personaggio che aveva molto interesse alle ricerche di Saunière.
Insieme avevano anche aperto dei conti in una banca svizzera. E se
Jean-Stephane d'Hasbourg conosceva l'esistenza dei documenti e di un
"segreto", certamente anche lui faceva parte di quell'Ordine a
cui apparteneva il vescovo Billard e lo stesso Saunière. Nel 1900 il
curato acquistò 6 terreni e li intestò a Marie Dénarnaud. Costruì la
Villa Betania, che, dopo la morte di Saunière, sarebbe dovuta diventare
casa di riposo per i preti della diocesi. All'interno fece costruire una
cappella personale, per avere la possibilità di dire messa.
All'ingresso principale troneggia una statua del Cristo, al di sopra la
scritta "Villa Bethanie". Fu costruita una cisterna che
alimentava una fontana a beneficio della popolazione. Fece costruire una
strada di collegamento per Rennes. Ma, soprattutto, si dedicò
all'edificazione della famosa Torre Magdala. C.:
Ci parli di questa Torre. M.:
Egli l'aveva ideata per ospitare il suo studio e la biblioteca, che
aveva curato nei minimi particolari e dove aveva raccolto una collezione
di francobolli e cartoline. All'ingresso la scritta "Magdala",
ma la "M" somiglia ad una "Omega" capovolta; nelle
iscrizioni di Saunière si troveranno spesso anche lettere capovolte. I
lavori durarono 8 anni. Molte personalità andarono a trovare Saunière;
fra queste anche un massone, Henri Charles Etienne Dujardin-Beaumetz,
della loggia "La Clémente Amitié". Si pensa che Saunière
fosse stato iniziato in quella Loggia. C.:
Lo strano comportamento di Saunière oltre alla disinvoltura con cui
maneggiava tanto denaro non fu notato dai suoi superiori? M.:
Certamente sì, infatti furono svolte delle indagini e nel 1911, il
vescovo, successore di Billard, non trovando altro, lo accusò di
traffico di messe e lo sospese. Fece appello a Roma e venne difeso dal
canonico Huguet. Riabilitato, l'11 aprile 1915 venne definitivamente
sospeso, in quanto non volle dare spiegazioni neanche a Roma. Gli fecero
sapere che sarebbero stati clementi con lui, se avesse fatto ammenda e
spiegato tutto, ma Saunière non lo fece mai. Il 5 gennaio 1917 decise
di iniziare un'altra costruzione: una torre di 60 metri. Un preventivo
è datato 12 gennaio 1917. Lo stesso giorno si sentì molto male mentre
era nella Torre Magdala. Ebbe paura. Il 17 gennaio 1917 fece chiamare
l'abate Riviere per confessarsi. La confessione durò molto però non
ebbe l'assoluzione. Saunière non aveva realmente intenzione di
confessarsi, voleva trasferire il segreto ma Riviere non capì o non
volle capire. Morirà, per una emorragia cerebrale, il 22.1.1917. Sulla
sua tomba è riportata la scritta INRI (Gesù Nazzareno re dei Giudei);
anche in questo caso vi è una lettera capovolta:la "N". C'è
da dire, però, che la "M" di Madgala era stata fatta scrivere
da Saunière, mentre necessariamente era stato qualcun altro a dare
ordine di incidere la "N" in quel modo. Si è voluto lasciare
un messaggio? Oppure è stato un errore? Uno scrivano catalano, Prudenci
Reguanti Torres, spiega che la "N" che vuol dire Nazareth, al
rovescio è da interpretare come Hterazan, che in ebraico significa
"HA TE RATZ AN" (dove è la misteriosa camera?). Quindi il Gesù
Nazareno re dei Giudei diventerebbe: "Io so dove è la camera
misteriosa del Re dei Giudei". C.:
Ma cosa trovò Saunière? M.:
Sono state fatte molte ipotesi. Secondo alcuni avrebbe trovato il tesoro
dei Templari, altri quello dei Visigoti, ed ancora quello dei Catari, o,
come sostiene Corbu, il tesoro della corona francese. C'è, perfino, chi
sostiene che avesse trovato il Graal o l'Arca dell'Alleanza; certi
sostengono che avesse trovato un luogo di culto segreto, considerato
che, nelle decorazioni della chiesa, vi sono molti simboli rosacruciani.
Si è parlato pure che Saunière avrebbe scoperto un segreto di tale
gravità da far tremare le fondamenta del mondo cristiano e che avrebbe
ricattato Roma. Un’ennesima ipotesi vuole che trovò il tesoro del
Tempio di Salomone, trafugato dai romani il 70 d. C., e riconquistato
dai barbari quando saccheggiarono Roma, passato ai Visigoti,
successivamente ai Templari e, forse, a Bertrand de Blanchefort sesto
Gran Maestro dei Cavalieri Templari. C.:
Segreti pericolosi quelli di Rennes-le-Château. Si racconta di strane
morti… M.:
L'abate Gélis, amico e confidente di Saunière, verrà ucciso e trovato
con il cranio fracassato. La sua tomba è orientata verso Rennes-le-Château
e sulla stessa è impresso un simbolo dei Rosa-Croce. Un'altra persona
che ha avuto a che fare con Saunière verrà trovata assassinata, il 28
agosto 1974; è la nipote di Marie Dénarnaud, la quale le aveva
regalato dei gioielli. Questi gioielli sembrano appartenere alla
oreficeria visigota. L'assassino verrà scoperto. Era membro di una
setta segreta. Altre tre persone che hanno avuto a che fare con
Rennes-le-Château sono state trovate morte, impiccate: , Louis
Saint-Maxent e Gaston De Koker il 6 marzo 1967, Pierre Feugere, il
giorno dopo, il 7 marzo. Avevano scritto e pubblicato, il 17 gennaio
dello stesso anno: "Il Serpente Rosso", un curioso e
interessante testo. Mi fermo qui. C.:
Mi dice qualcosa sul simbolismo ermetico presente nella chiesa di
Rennes-Le Château? M.:
La chiesa era stata consacrata nel 1089 e dedicata a Maria Maddalena, ma
la sua fama la deve all'abate Saunière. Prima di entrare, sulla
sinistra, è visibile la Madonna di Lourdes posta sul pilastro visigoto,
il pilastro all'interno del quale Saunière avrebbe trovato i
manoscritti. All'ingresso troviamo scritto: "Domus Mea Domus
orationis Vocabitur" (La mia casa sarà chiamata casa di
Preghiera), "Terribilis est locus iste" (questo è un luogo
terribile) e "Hic Domus Dei est et porta Coeli" (Qui è la
casa di Dio e la porta del cielo). Nella Genesi (XXVIII, 10-17) leggiamo
che Giacobbe sognò una scala che poggiava sulla terra e raggiungeva il
cielo. Gli Angeli salivano e scendevano su di essa. Gli apparve Dio che
gli parlò. Al suo risveglio ebbe timore e disse: "Come è
terribile questo luogo! E nientemeno è la casa di Dio e questa è la
porta del cielo". Diede il nome di BETHEL a quel luogo che prima si
chiamava LUZ. Lynn Picknett e Clive Prince nel "La rivelazione dei
Templari - I custodi segreti della vera identità di Cristo"
sostengono che BETHEL è il Centro in lotta con Gerusalemme e che con il
termine BETHEL, in francese, si designa il Tempio di una
"setta" dissidente. Ricordiamo questo "racconto" non
solo per la frase che si riferisce all’ingresso della chiesa, ma anche
per la scala che parte dalla terra e raggiunge il cielo, perché la
scala noi la troveremo in alcune stazioni della passione di Cristo che
si trovano all’interno della stessa chiesa. Sul timpano si nota un
triangolo equilatero e possiamo ammirare la statua della Maddalena, ai
lati 4 vasi contenenti delle rose, 3 a vaso, per un totale di 12.
Entrando si nota il diavolo Asmodeo (il diavolo che, secondo la
leggenda, portava l'acqua mentre Salomone faceva costruire il Tempio di
Gerusalemme e che era poi diventato guardiano del tesoro del Tempio) che
sostiene l'acquasantiera, a forma di conchiglia, sulla quale sono incise
le iniziali "B.S.", cioè Boudet-Saunière.
Sull’acquasantiera è anche inscritta la traduzione deformata:
"PAR CE SIGNE TU LE VAINCRAS" (con questo segno tu LO
vincerai) del motto, in latino, dell’imperatore Costantino: "IN
HOC SIGNO VINCES". Il pavimento dove è collocato Asmodeo è
composto da 64 lastre bianche e nere alternate, orientate verso i 4
punti cardinali. Sull'ala sinistra di Asmodeo ci sono dei segni che
sembrano graffi. C.:
Cosa sta a significare tutto questo complesso simbolismo? M.:
Un linguaggio cifrato. C’è ancora tanto. Di fronte, sull'altra
parete, è posto il fonte battesimale con le statue di San Giovanni
Battista e Gesù. Il Battista versa l'acqua con una conchiglia. Gesù ed
Asmodeo hanno lo sguardo rivolto verso il pavimento e guardano le 64
mattonelle bianche e nere poste come una scacchiera. All'interno della
chiesa si possono ammirare, oltre le statue della Madonna e di San
Giuseppe, entrambe con il Bambino tra le braccia, numerose statue che
guardano anche esse il pavimento: San Germana, martire per aver difeso
la sua verginità; San Rocco, Sant'Antonio l'Eremita, Sant'Antonio di
Padova, l'Evangelista San Luca (medico, protettore delle arti
figurative) e Maria Maddalena, rappresentata con una croce, un calice
nelle mani ed un teschio accanto ai piedi. Sul pulpito si trova la
statua dell'Evangelista Luca. Henri Mertal, in un articolo pubblicato
sul bollettino n. 10 del novembre 1966, dell'Associazione di Rhedae,
sostiene che le iniziali delle statue, così come erano state fatte
collocare da Saunière danno il nome GRAAL; (Germana, Rocco, Antonio,
Antonio, Luca), con esclusione di Maria Maddalena che era quella che lo
possedeva. Féral diceva inoltre che le Statue erano state poste a forma
di "M". Ed era per lui un riferimento alla Massoneria. I
simboli ermetico-alchemici sono ancora tanti ma quanto le ho detto può
bastare per farsi una pallida idea di quanto è celato là. Di più non
posso dire. C.: Si racconta che certi periodi dell’anno si verificano fatti curiosi in quella chiesa, quanto c’è di vero?
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